Mangiare l’invisibile

Hai mai pensato di come il cibo sia importante per noi e per l’essere umano in generale? Prova a chiudere gli occhi e ad immaginarti solo in un deserto. Senza acqua e senza cibo, non ci sono ricchezze che possano salvarti… né cultura, né conoscenza, né preparazione atletica… Il cibo e l’acqua sono, come l’affetto, due beni primari per tutti gli esseri umani.

Eppure… per la maggior parte delle persone che abitano in questa parte del mondo, sia il cibo che l’acqua, vengono dati per scontati. Si mangia distrattamente, si acquista quello che capita, si condivide la tavola mentre si discute animatamente con i propri colleghi o familiari… si saltano i pasti ogni qualvolta è necessario risparmiare del tempo e si cucina controvoglia, perché si pensa al cucinare come all’ennesimo impegno che uno durante la giornata ha.

Eppure, noi siamo ciò che mangiamo. Non ci sarebbe niente del nostro corpo, ma neanche della nostra capacità di ragionare, di provare emozioni, di soffermarci sulla nostra parte spirituale, se non ci nutrissimo regolarmente.

Pensa a quante reazioni biochimiche vengono innescate nel nostro organismo, ogni volta che portiamo alle labbra un boccone di cibo. Prova a visualizzare cosa accade dentro di te quando inizi a masticare un piccolo pezzo di pane. Non soltanto la mascella inizia a muoversi, le ghiandole che producono la saliva si attivano, la lingua inizia a fare dei movimenti che facilitano la prima digestione nella cavità orale, lo stomaco si prepara a ricevere quanto dovrà elaborare… e, simultaneamente, mentre avviene tutto ciò, tu inizi anche a pensare, provare sensazioni, emozioni…

Attraverso i nostri sensi facciamo connessioni, associazioni, creiamo immagini, evochiamo ricordi, riviviamo dei momenti della nostra vita e del nostro quotidiano.

Il primo boccone è il più importante. Quando ti siedi a tavola e hai davanti a te del cibo, prova a prenderti un istante, prima di iniziare a mangiare. Guarda quello che hai nel piatto. Annusa i profumi. Ammira i colori, le forme, gli accostamenti. Il cibo non è solamente sostanza solida, il cibo è molto di più. Ogni alimento ha una sua storia. Proprio come noi. E’ fatto di materia, quella che solitamente noi manipoliamo in cucina e trasformiamo cucinando… e poi è fatto di energie. Energie sottili che vanno a nutrire le parti più rarefatte di noi, ma non per questo meno importanti.

Hai mai fatto caso di come, quando iniziamo a mangiare, magari dopo tante ore di digiuno, già dopo il primo boccone ci sentiamo sazi e, nuovamente, pieni di grinta? Anche quando il processo digestivo e di assimilazione non è stato avviato, la parte più sottile del cibo, quella energetica, interagisce con noi, con la nostra parte più profonda e ci fa sentire nuovamente sazi, carichi.

Si parla di particelle eteriche del cibo, piccolissime, invisibili all’occhio umano, assimilabili fin dal principio e fondamentali per il nostro nutrimento più profondo.

Quante volte accade che mangiando un piatto di pasta acquistato in autogrill ci si senta pesanti, ma affamati… e invece, mangiando un’insalata preparata dal nostro compagno/a ci si senta fin da subito sazi e appagati?

Noi non mangiamo solo ciò che arriva al nostro stomaco per essere digerito. Noi ci nutriamo di tutto quello che ci arriva dal cibo che abbiamo scelto: dalla storia di quell’alimento, dal metodo di coltivazione, di cottura, di elaborazione, ma anche, soprattutto, dal modo con il quale lo consumiamo.  

Quando mangiamo distrattamente, magari parlando con qualcuno di argomenti tossici, noi non ce ne accorgiamo, ma insieme al cibo, ingeriamo le energie che in quel momento si stanno muovendo, le parole che si stanno pronunciando, le emozioni che si stanno generando… e tutto questo altera il nostro processo digestivo e di assimilazione. Per non parlare poi delle volte che, mangiando, ci dimentichiamo di respirare e di portare l’attenzione su quell’azione che permette al nostro corpo di vivere. Attraverso il nostro scambio continuo con l’ambiente che ci circonda di ossigeno e anidride carbonica, noi facilitiamo il compiersi di tutta una serie di processi metabolici che avvengono nel nostro organismo, l’assimilazione delle sostanze utili e importanti per il nostro benessere e la degustazione di quanto stiamo ingerendo.

Non è certo un caso o una coincidenza che per assaporare correttamente alcuni alimenti come l’olio extra vergine di oliva, il vino, il caffè… sia necessario far entrare nella propria cavità orale, insieme al liquido, anche un po’ di ossigeno.

Noi non mangiamo solo ciò che vediamo, ma anche, e soprattutto, quello che non vediamo. L’etereo. Le pause tra un boccone un altro. I silenzi che respiriamo mentre siamo a tavola. I suoni che ascoltiamo, i messaggi che ci invia il nostro corpo, le emozioni che avvertiamo.

Per mangiare consapevolmente, non è importante solo curare il nostro menù, la nostra dieta. Per stare bene, non è necessario privarsi di tutto ciò che pensiamo ci faccia stare male, costringerci ad un regime che ci allontana dalla gioia, dall’appagamento, dal piacere. Per avere consapevolezza di quello che ingeriamo dobbiamo iniziare a portare l’attenzione a tutto quello che non vediamo. All’invisibile. A quello che percepisce il nostro cuore, il nostro stomaco, il nostro intestino. Il nostro primo cervello.

E all’atto pratico? Cosa possiamo fare?

Ogni inizio di attività è importante, ma anche la sua conclusione.

Se non lo hai mai fatto… ogni giorno, prova a portare un’attenzione ad ogni fase che precede e segue il momento dei tuoi pasti.

Scegli con cura ciò che vuoi mangiare. Non accontentarti della prima cosa che capita. E se non puoi prepararti da solo, ma devi attingere ad un buffet, ad un menù già preparato… allora fai in modo, comunque, di essere una parte attiva del processo. Scegli le quantità, le dosi, gli accostamenti, l’ordine dei cibi, la possibilità di aggiungere un pizzico di sale, una spezia, un po’ di olio… Tu sei quello che mangi e come lo mangi. Il tuo rapporto con la tavola rivela molto di te. Curalo.  

Quando hai il piatto davanti a te, prenditi un momento prima di iniziare a mangiarlo. Osservalo. Annusalo. Guardane i colori, le forme. Percepiscine le consistenze.

Mangia lentamente, mastica a lungo, fai delle pause di tanto in tanto e respira.

 …e in ultimo, onora la conclusione del tuo pasto. Non affrettarti con il terminare, finisci e resta qualche istante in ascolto. Ogni nostra azione porta con sé un eco dentro e fuori di noi. Impara a stare con quello che hai creato, quello che hai ricevuto e quello che hai scambiato.  

Poi ringrazia.

Sii costante per almeno 3 settimane in questo modo di vivere il momento del tuo pasto e se hai voglia, scrivimi i tuoi feedback e le tue considerazioni. Sarà un piacere leggere la tua esperienza.

Se non hai ancora visitato il mio sito internet, dai pure un’occhiata, sarà per me un vero piacere condividere anche questo spazio insieme a te! www.giuliadisipio.it

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