Il confort di una vellutata

In occasione del ponte che si è appena concluso, ho deciso di spendere qualche giorno con la mia famiglia in una città che da anni sentivo come una calamita… Istanbul.

La prima sera, dopo un viaggio piuttosto lungo, reso ancora più stancante dalla Festa della Repubblica che abbiamo trovato all’arrivo, piuttosto che andare in un posto che la guida ci aveva consigliato e che preventivamente avevamo prenotato da Roma, andammo in un localino vicino all’hotel. Il posto non ci era stato suggerito da nessuno, anzi… si erano raccomandati di spostarci un pochino piuttosto che mangiare lì a due passi… ma noi, eravamo davvero esauste e così decidemmo di seguire il nostro intuito (o la forza residua che avevamo).

Il ristorante era piccolo. Dieci tavoli al massimo. La maggior parte erano da due persone. Pochi da quattro. In sala un ragazzo e un signore più maturo. Forse erano padre e figlio. Il Menù era scritto alle pareti. Pochi piatti tipici e una tipologia di dessert tradizionale.

A pranzo avevamo mangiato a Fiumicino. Con l’aereo all’ora di pranzo avevamo optato per un panino veloce e, dopo quasi nove ore di digiuno, il mio stomaco desiderava qualcosa di caldo, morbido… di una coccola.

Tra gli antipasti non c’era alcuna scelta. In passato avevano servito riso bianco e ceci, abbinamento tipico, ma oggi la foto sbiadita era stata cancellata da una X e restava solo l’immagine di una scodella che racchiudeva una zuppa. “Daily soup” si leggeva in inglese.

Chiesi al cameriere di cosa si trattasse. “Zuppa di lenticchie rosse”.

Acconsentii. Non l’avevo mai assaggiata, ma pensai che sarebbe stata comunque qualcosa che dolcemente mi avrebbe aiutata ad ambientarmi in quella nuova atmosfera.

Ordinammo anche altri due-tre piatti, ma la zuppa arrivò per prima. Il suo colore: giallo ambrato con piccoli riflessi aranciati era incantevole. In qualche modo mi ricordava lo zafferano, la curcuma, il curry.

Al naso il profumo era delicato. Appena appena sentivo l’odore tipico delle lenticchie. Nessuna nota predominante. Nessun accenno a sapori forti o a spezie invasive.

In bocca portai il cucchiaio con cautela. Il vapore saliva lento e la temperatura era chiaramente particolarmente alta.

Assaggiai un piccolo sorso e nell’immediato trasalii. Quel dolce sapore, delicato, ma intenso al tempo stesso, con una leggera sfumatura di peperone, arrivò ad accarezzare i miei muscoli del dorso. Tesi dal lungo viaggio. Mi presi un attimo e poi proseguii… un altro cucchiaio. Questa volta più abbondante del primo. Sentii sciogliere la tensione sulle cosce. Feci un’altra pausa e ancora un altro cucchiaio. Questa volta sentivo che le mie gambe si stavano rilassando.

La zuppa non era abbondante. Quel tanto che mi bastò per fare una breve scansione del mio corpo. Cucchiaio dopo cucchiaio… come quando, durante la meditazione, ad ogni respiro, invii la tua energia migliore alle parti che senti essere più tese o contratte.

Ordinai la zuppa di lenticchie per due giorni consecutivi, ma l’effetto benefico ci fu solo la prima sera. Non bisogna approfittare del potere curativo dei cibi. Non tutti gli alimenti, così come non tutte le ricette, risuonano con la nostra condizione del momento.

Il segreto non è reiterare strategie note, ma imparare a conoscersi per individuare come curarsi. Quando ne abbiamo bisogno. Nel corpo, nella mente, nelle emozioni e nello spirito.

Vellutata di lenticchie rosse a modo mio

Ingredienti per 2 persone

½ cipolla piccola bianca

1 bicchiere di lenticchie rosse decorticate

1 pezzettino di peperone rosso

1 cucchiaino di curcuma

Sale e pepe a piacimento

Olio Evo

Procedimento

Cuocere le lenticchie rosse per metà cottura in acqua leggermente salata e scolare. Far rosolare la cipolla a pezzettini piccoli con dell’olio evo, il peperone rosso e la curcuma. Poi aggiungere le lenticchie scolate. Lasciare insaporire per qualche istante, sempre mescolando per evitare che la cipolla si possa bruciare e poi aggiungere una tazza di acqua calda. Lasciare cuocere il tutto fin quando la cipolla non inizierà a sfaldarsi. Se occorre, aggiungere altra acqua calda. (Cucinare gestendo i liquidi nelle ricette, ci aiuta ad imparare a gestire le nostre emozioni nella vita. Lo avreste mai detto?).

Frullare con un tritatutto ad immersione fin quando non si otterrà una consistenza liscia e omogenea. Aggiungere sale e pepe, se lo si desidera. Servire con dell’olio a crudo e dei crostini di pane. In alternativa vanno benissimo anche dei semini di girasole.

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