Sei una testa di rapa! – Dalla gastronomia alla vita reale, secondo i nostri modi di dire

Questa mattina, quando ho aperto il frigorifero, ho trovato un pacchetto di rape rosse già cotte. Quelle che quando le togli dal loro involucro sono tutte grondanti di liquido rosso-violaceo.

Quando vado a fare la spesa ne acquisto sempre una confezione da tenere in casa come salva cena. Tagliate a quadrettini tutte uguali con un pochino di cous cous, della scorza d’arancia e della mozzarella a cubetti mi piacciono moltissimo. Spesso aggiungo anche dei semini vari per dare un po’ di croccantezza, ma anche con una manciata di noci sono perfette.

Oggi, non avendo fatto la spesa, avevo davvero pochi ingredienti a disposizione. Al posto del cous cous ho usato il burgul (simile), invece dell’arancia ho aggiunto sedano e carote. In ultimo, dopo aver condito il tutto con olio e sale, ho aggiunto degli anacardi tritati.

Le rape sono un ortaggio particolare; molte persone non le conoscono nemmeno. Difficilmente nei supermarcati le trovi crude, il più delle volte sono disponibili cotte a vapore e in pochi sanno come utilizzarle.

Eppure, il modo di dire, “Sei una testa di rapa” è uno dei più comuni che conosciamo. Chissà come mai paragoniamo le teste “vuote”, di persone “un po’ semplici” o con delle scarse abilità cognitive, alle rape, ortaggi ricchissimi di vitamine e micronutrienti! …oggi riflettevo…

Dalla cucina e dal mondo gastronomico, molti sono i detti popolari, le espressioni, che normalmente usiamo nel nostro modo di comunicare. A volte siamo talmente assorbiti dal nostro quotidiano che non ci rendiamo neanche più conto di quanto i due mondi, quello culinario e reale, siano tra loro vicini e collegati.

Avete presente il termine, sempre connesso alle rape, “raparsi”? Bene, tagliarsi i capelli a zero, lo si rappresenta con questo ortaggio, evocandone la superficie liscia. …e “infinocchiare”? Un tempo, quando esistevano ancora le osterie, era piuttosto frequente servire vino di bassa qualità alla clientela, dando, per camuffare il sapore cattivo della bevanda, del finocchio precedentemente.

“Sei come il cacio sui maccheroni” o “Sei come il formaggio sulla pasta”! “Sei buono come il pane!” Te lo hanno mai detto? …quando si vuol sottolineare di come una persona sia arrivata al momento giusto, sia al posto giusto, sia perfettamente calzante alla situazione del momento o di quanto sia buona d’animo.

…e che hai “le fette di prosciutto davanti agli occhi?” Questa esclamazione è meglio non averla mai ricevuta, vero? Ha molto a che fare con la nostra capacità di rimuovere le situazioni scomode, di far finta di non vedere, di non sentire, di non essere a conoscenza di quello che ci potrebbe far stare male. Quante volte di fronte all’evidenza, preferiamo raccontarci delle storie piuttosto che stare con quello che c’è e magari fare i conti con degli aspetti della nostra vita che ci richiederebbero un lavoro? Altre volte, piuttosto che affrontare un cambiamento, ci accontentiamo di quello che abbiamo, delle relazioni stanche, delle dinamiche disfunzionali che conosciamo, del lavoro che ci sfinisce… o, addirittura, torniamo a quello che già abbiamo conosciuto, alla “minestra riscaldata” perché temiamo la novità e il dover fare i conti con l’ignoto.

Ci sono poi dei momenti della nostra vita in cui abbiamo difficoltà a fare una sola attività, a lavorare ad un solo progetto, a focalizzarci in un unico ambito… ed è come se fossimo un po’ come “il prezzemolo”, che nella nostra cucina lo si mette un po’ ovunque: o perché dona sapore, o perché guarnisce.

Pensate poi ad altre espressioni comuni come: “vestiti a cipolla”! Quando vogliamo enfatizzare l’importanza di vestirsi a strati per non temere il freddo o il caldo… “Chi dorme non piglia pesci” o “il pesce dopo tre giorni puzza”! Quando, traendo spunto dal mondo marinaro si vuol riportare l’attenzione sull’essere attivi, presenti in ciò che si fa, ma anche che, quando si è ospiti occorre dosare e misurare la propria presenza per non essere eccessivamente invadenti.

Se ancora non avevi mai fatto caso a quanto la cultura culinaria sia radicata nel nostro modo di vivere la vita e interpretare i nostri comportamenti, le nostre dinamiche, e quanto ci accade, da oggi avrai qualche motivo in più per guardare con occhi diversi al tuo quotidiano.

Ogni parola ha in sé un’energia. Ogni frase evoca un’immagine e con essa una o più emozioni. Il nostro pensiero è strettamente connesso con il nostro modo di esprimerci. E dai nostri pensieri, così come dalle nostre parole si originano le nostre azioni. Ma il ciclo non è unidirezionale. Potremmo dire che il nostro agire influenzare il nostro modo di pensare, di ragionare, ma anche di raccontare quello che viviamo.

Tutto è connesso, perciò, d’ora in avanti, investi maggiore attenzione ogni volta che prepari un piatto, che ti siedi a tavola, che racconti cosa hai mangiato, che ti soffermi a pensare di cosa hai veramente bisogno. Smetti di vivere a compartimenti stagni, ma inizia ad immaginare la tua vita come ad un’unica grande ricetta dove ogni ingrediente è indispensabile alla sua buona riuscita.

Insalata di Rapa Rossa e Ceci

Ingredienti per 1 persona

2 rape rosse già cotte di media dimensione

1 carota

1 costa di sedano

2 cucchiai di ceci lessati e scolati

2 cucchiai di cous cous da cuocere

1 cucchiaio di pinoli tostati

Olio evo

Sale

Aceto balsamico

Procedimento

Quando torni a casa stanco e ti sembra di non avere niente di pronto, questa ricetta può essere facilmente realizzata utilizzando le provviste che solitamente hai a casa. Adatta a persone vegetariane, vegane, celiache (sostituendo il cous cous con il riso lessato), può essere un primo piatto estivo, un pasto unico, oppure un antipastino sfizioso da servire in mini cocottine.

Tagliare le rape a cubetti e metterle in una ciotola insieme ai ceci. In una casseruola mettere il cous cous e l’acqua in rapporto 1:2 e, a fuoco basso, lasciare che si reidrati e si cuocia.

Tritare la costa di sedano insieme alla carota ed eventualmente tagliare con il coltello eventuali foglie.

Aggiungere tutti gli ingredienti alle rape, condire con olio, sale e aceto balsamico e, in ultimo, decorare con i pinoli.

Servire con una tisana allo zenzero a temperatura ambiente o, per chi è amante di vino, un calice di riesling.