Mangiare è un’attività olistica

Qualche giorno fa stavo preparando una lezione per degli studenti universitari a proposito del Cibo come mediatore nelle relazioni e mi sono imbattuta in un testo della Dottoressa Barbara Volpi, Psicologa e Psicoterapeuta che utilizza con i suoi pazienti la Cooking Terapy. Nel suo breve volume che illustra come il cibo sia per lei uno strumento terapeutico, perfino con persone che hanno delle patologie psichiatriche, fa una riflessione sulla parola Cucina e le lettere che la compongono.

Ho trovato tanto interessante la cosa, nonostante la sua semplicità e immediatezza, che mi sono messa, successivamente, a pensare con la stessa logica alla parola Cibo. Nelle sue 4 lettere è stato immediato ritrovare i concetti principali che ne riassumono l’essenza:

C come condivisione

Il Cibo abbiamo già detto in altre occasioni, è relazione. Relazione con noi stessi, tra le diverse parti di noi, tra i nostri diversi archetipi… ma anche relazione con gli altri, con i nostri cari, e con tutte quelle persone che per diverse ragioni si siedono alla nostra tavola.

Avere una relazione, non presuppone necessariamente la condivisione di qualcosa. Dal punto di vista del termine, infatti: la relazione è un rapporto che collega, in maniera essenziale o accidentale, due o più elementi; condividere presuppone un’intenzionalità nel voler dividere, spartire qualcosa insieme con altri.

Non si mangia con tutti. O meglio, non si dovrebbe mangiare con tutti indistintamente. Sarebbe importante fare una scelta, un distinguo e decidere quando e con chi mangiare.

Noi siamo ciò che mangiamo e nel momento in cui siamo con qualcuno seduti a consumare del cibo, anche se non ce ne accorgiamo, ciò che ci nutre in quel momento, non è solo ciò che abbiamo nel piatto, ma anche l’energia che ci circonda, l’atmosfera, i discorsi, le emozioni che si muovono… Quando mangi con una persona, è impossibile non condividere qualcosa con lei, anche se le pietanze sono diverse. Il Cibo, nel momento in cui si trova su di una tavola dove sono seduti più ospiti si carica di tutto quello che nell’aria viene riversato. Di tutte quelle emozioni: belle, brutte, pesanti, leggere… e diventa nutrimento per l’anima, oltre che per il corpo.

I come intimità

Intimo è tutto ciò che ci sta vicino, dentro… ed ecco che il Cibo non può che essere legato strettamente all’intimità, alla nostra sfera personale. E’ l’atto stesso del mangiare: del portare alle labbra un boccone che da cibo solido nel giro di qualche ora si trasforma in energia per le nostre cellule, è qualcosa che presuppone un azzeramento della distanza, del confine tra noi e il resto del mondo. Nello specifico potremmo dire che: mangiando inglobiamo una piccola parte dell’universo facendola diventare nostra, permettendole di diventare noi. E questo è sicuramente uno degli aspetti più forti che un approccio consapevole al cibo ci regala.

La cucina è il luogo per eccellenza dove le distanze si accorciano, gli spazi diventano più stretti e si accetta di abbassare alcune delle proprie difese per far spazio all’altro. Quando il cibo fa da mediatore in una relazione, si parla di più, si riducono le barriere, ci si sente più spensierati, si diventa più autentici.

B come benessere

Il Cibo è benessere. Ma anche il suo contrario. Scriveva Ippocrate, ben 2400 anni fa nel suo trattato “Antica Medicina”: “Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, identificando il potere curativo insito negli alimenti.

Attraverso le nostre scelte quotidiane in ambito alimentare, ognuno di noi può, ogni giorno, scegliere ciò di cui vuole nutrirsi veramente e come prendersi cura di sé e della sua salute. Nessun riferimento a diete dimagranti o regimi alimentari preconfezionati. Il Cibo è personale. Ognuno dovrebbe, con l’esperienza, imparare a scegliere ciò che lo fa sentire bene, ciò che lo depriva di energie, gli alimenti che lo appesantiscono e quelli che, al contrario, hanno un effetto energizzante.

Attraverso il cibo possiamo fare i conti ogni giorno con l’importanza che concetti quali misura, equilibrio, disciplina hanno nella nostra vita.

O come olismo

L’etimologia della parola olismo deriva dal greco ὅλος (hòlos), che significa “totale”, “globale”. L’olismo è una filosofia di pensiero secondo cui le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tenendo conto delle singole componenti, ma bensì sommando di diverse singole componenti.

Niente più del Cibo ci ricorda che noi siamo un insieme di parti! E per farne esperienza è sufficiente che mangiando, si rallentino i nostri ritmi, si porti l’attenzione sulle emozioni che si muovono, le sensazioni del corpo, i pensieri della mente.   

Non possiamo stare bene e in salute se scindiamo il nostro essere in unità distinte di: mente, corpo e spirito, così come non possiamo pensare di stare bene se pensiamo che il nostro nutrimento, ogni volta che ci sediamo a tavola sia funzionale ad uno solo di questi tre emisferi.

Mangiare è un’attività olistica. Attraverso la preparazione dei nostri piatti, l’elaborazione delle nostre ricette, nutriamo la nostra mente, evochiamo ricordi, alleniamo le nostre abilità… mangiando ciò che prepariamo nutriamo il nostro corpo e, fin dai profumi che le nostre ricette emanano, nutriamo il nostro spirito.

Visualizza immagine di origine

Se vuoi sapere come si possa applicare tutto questo al tuo quotidiano o desideri un supporto per un percorso di crescita personale a partire dalla tua relazione con il cibo… contattami!

Potrebbe interessarti anche: “sfAmiamoci”

Potrebbe interessarti anche: “Il Cibo come via di crescita personale”

Potrebbe interessarti anche: “La gratitudine come nutrimento del nostro quotidiano”

Potrebbe interessarti anche: “Il valore delle piccole cose”