Manca ormai poco, pochissimo alla fine di questo anno. Tempo di bilanci, di nuovi buoni propositi… ma anche e soprattutto, è arrivato il momento di fare i conti con ciò che ha fatto il suo corso nella nostra vita e necessita di essere lasciato andare. C’è bisogno di spazio per accogliere quello che arriverà di nuovo e di fiducia.
Recita una preghiera che amo spesso ripetere e suggerire alle mie clienti:
Che io sappia trasformare ciò che è in mio potere trasformare,
che io abbia fede nel lasciare andare ciò che non è più nutrimento per me,
che io trovi il coraggio di accogliere ciò che di bello deve arrivare.
…e mai come in questo momento dell’anno sento che ripeterla e farla diventare nostra sia fondamentale.
Il Capodanno è una festività pagana che ha origini molto antiche: nell’antica Roma a questa ricorrenza era associata la celebrazione del Dio Giano, in latino Ianus. Divinità spesso raffigurata con due volti che guardano in due direzioni opposte (Giano Bifronte), era considerato il Dio degli inizi materiali e immateriali; colui in grado di guardare al presente e al passato contemporaneamente.
Nel 46 a.C. Giulio Cesare creò il “Calendario Giuliano”, stabilendo che l’anno nuovo iniziasse sempre il primo di Gennaio, ma si dovette aspettare il 1582, con l’avvento di Papa Gregorio per far sì che il Calendario Gregoriano che fissava il Capodanno il 1 Gennaio divenisse comune nel mondo.
Comune nel mondo. Questo è uno degli aspetti che più mi emoziona sottolineare. A prescindere dalle culture, dalle tradizioni, dalle usanze, dal continente… i festeggiamenti per il passaggio dall’anno vecchio all’anno nuovo sono comuni. E ora pensate… se il pensiero veicola energia… pensate a quanto può essere potente che tante persone nel mondo si riuniscano per festeggiare e incanalano le loro intenzioni verso un’unica direzione, nello stesso momento.
Ecco perché tanto spesso leggete di rituali, preghiere, invocazioni per il 31 dicembre!
Nell’antichità era solito attribuire alla notte che segnava il passaggio dal vecchio al nuovo, un momento speciale in cui era necessario scongiurare il malocchio, allontanare gli spiriti maligni, proteggersi dalla sfortuna. Molti dei riti di protezione, sono stati ideati ed abbinati al cibo… ecco perché il Cenone di Capodanno è tanto importante nel mondo!
Se in Giappone c’è l’usanza ad esempio di mangiare un riso cucinato insieme ai fagioli di soia come portafortuna… nel nostro paese, tante sono le ricette che vogliono l’utilizzo di ingredienti che rappresentano l’abbondanza, la fertilità, il buon augurio.
Tra i principali “talismani”, oltre alle famose lenticchie, all’uva… che più o meno sono noti a tutti quanti noi, un posto di rilievo che mi piace citare in questo spazio è il melograno: frutto dai tanti chicchi dolci e succosi. Oltre alla classica analogia con l’abbondanza, una simbologia che trovo essere particolarmente accudente è quella che rimanda al suo guscio robusto, protettore del suo tesoro. Possedere un melograno e mangiarne il frutto ci ricorda il valore della protezione, ma anche della dolcezza. Per arricchire il vostro menù della vigilia potreste realizzare dei deliziosi cestinetti di pasta sfoglia ripieni di insalata russa e decorarli in ultimo con chicchi di melograno…oppure, per un tocco di classe, preparate i flute che userete durante il brindisi ponendovi dentro alcuni chicchi. Oltre ad essere dolci e profumati, aggiungeranno colore alla vostra mezzanotte.
Come rimando al classico corno rosso portafortuna troviamo poi il peperone o peperoncino rosso. La forma appuntita ci rimanda alla sua proprietà di combattere e sconfiggere il malocchio, mentre il piccante, quando è presente, ci ricorda l’importanza del nostro fuoco interiore che divampa, da dentro a fuori purificandoci, ma anche dandoci quella grinta e quella carica che nella vita ci aiuta ad andare del mondo a prenderci ciò che desideriamo.
Per portare in tavola tutta l’energia di questo ortaggio e la sua carica simbolica, un’idea molto carina potrebbe essere quella di farcire alcuni peperoni rossi piccanti e dolci (sbollentati in una casseruola con del vino e dell’aceto) o con un ripieno di tonno, acciughe e capperi o con una farcia di hummus di ceci e capperi.
Per questa fine dell’anno, ti invito a cogliere il momento del passaggio per compiere un piccolo rito. Nella sera del 31, poco prima che arrivi la mezzanotte, prenditi un momento tutto per te e recita la poesia che è stata scritta all’inizio di questo articolo. Fallo per tre volte e sii totale in quello che stai facendo. Poi, subito dopo, su tre diversi pezzetti di carta, scrivi: ciò che desideri trasformare, ciò che vorresti lasciare andare e ciò che vorresti accogliere. Una volta che avrai scritto il tuo impegno e la tua richiesta, con una candela brucia i tre foglietti e lascia che l’energia del momento sostenga ciò che hai chiesto.
…e se volessi, al risveglio, il 1 mattina, prosegui il rito della sera prima dedicando un quarto d’ora del tuo tempo nel fare una meditazione. Ringrazia il nuovo anno per essere arrivato, ripercorri, con un’attenzione speciale al tuo respiro, il tuo corpo, onora le tue debolezze, ma riconosci soprattutto le tue risorse. Sii grato per quello che sei, per ciò che hai, ma soprattutto, sii grato per tutto quello che arriverà. Ringraziare in anticipo è un modo per fidarsi e affidarsi alla vita.
Se non sei pratico puoi cercare una meditazione guidata su internet, scriverci una mail per riceverne una o semplicemente scegliere una musica rilassante e respirare, in una posizione comoda, cercando di lasciare che i pensieri fluiscano, scorrano nella tua mente…
Quando avrai terminato la tua meditazione, fai colazione con qualcosa di diverso rispetto al tuo solito, magari mangiando una bruschetta di pane olio e un pizzico di peperoncino con un bicchiere di succo di melograno. Ricorda, i grandi cambiamenti iniziano sempre dalle piccole cose del quotidiano.
Buon Anno a Te che stai leggendo e ai tuoi cari.
Possa essere un 2022 all’insegna della fiducia, degli abbracci, dell’entusiasmo… ma anche dei buoni propositi, dei sogni e dei progetti che si concretizzano.
Se vuoi sapere come si possa applicare tutto questo al tuo quotidiano o desideri un supporto per un percorso di crescita personale a partire dalla tua relazione con il cibo… contattami!
Potrebbe interessarti anche: “sfAmiamoci”, un percorso individuale o di gruppo
Potrebbe interessarti anche: “Il Cibo come via di crescita personale”, un momento di formazione
Potrebbe interessarti anche: “La gratitudine come nutrimento del nostro quotidiano”
Potrebbe interessarti anche: “Cara me,…” lettera a me stessa
Podcast: Play in new window | Download
Giulia Di Sipio, Counselor Relazionale Mediacomunicativo, Coach Relazionale Senior (posizione n°275 Ancore), specializzata in Counseling Gastronomico, concepisce il Cibo come una fonte di nutrimento olistico e uno strumento di lavoro su sé stessi: attraverso il processo alchemico che avviene in cucina, l’uomo sperimenta, trasforma, crea…e potenzia le sue abilità, la gestione delle sue risorse, la capacità di organizzazione, il problem solving.