Spesso quando mi trovo a dover spiegare la relazione che lega tra il counseling o il coaching con la cucina, un percorso di crescita personale come “sf-AMIAMOCI” dove ci si scopre e conosce attraverso la propria relazione con il cibo… le persone fanno fatica. E’ come se, secondo il pensiero lineare, per qualcuno detto anche “verticale”, non ci possa essere una continuità di elementi.
Non sono una nutrizionista. Non mi occupo di alimentazione. Sono, prima di tutto una persona che ha una grande passione per l’enogastronomia e poi, in secondo luogo, una ricercatrice.
Noi siamo ciò che mangiamo e questa è una frase indiscutibile. Curare la nostra alimentazione non è però soltanto un modo per lavorare sulla nostra forma fisica, sui nutrienti (micro e macro) che assumiamo. Se ognuno di noi si fermasse per un momento a riflettere, si accorgerebbe che, dal mattino alla sera, per lo meno in questa parte del mondo, il cibo è un elemento imprescindibile dalla nostra vita quotidiana e dalla nostra cultura.
Pensate a tutte le volte che ci invitiamo reciprocamente: tra amici, colleghi e familiari per prendere dei veloci caffè e poi restiamo ore e ore a condividere momenti, vicissitudini, confidenze… oppure ai detti che usiamo solitamente nel nostro modo di esprimerci che fanno riferimento alla digestione, al mangiare, al cibo e al vino… Davanti a qualcosa da mangiare infatti, non soltanto si parla più volentieri, ma si sviluppa gran parte della nostra vita!
Se tutto va bene, ognuno di noi apre il frigorifero e si prepara qualcosina, almeno 3 volte al giorno. Il 52% degli italiani fa due spuntini (secondo il Censis e la Coldiretti) e questo fa salire a 5 i momenti in cui molti di noi si trovano (o si dovrebbero trovare) a dover rispondere alla domanda: Cosa mangio? Di cosa ho bisogno? Quale desiderio vorrei soddisfare?
Nel percorso sf-AMIAMOCI, giunto alla sua seconda edizione, attraverso quattro incontri propongo ai partecipanti, in quattro diverse serate, il tema dei livelli alimentari. Anche se in pochi portano l’attenzione su questo aspetto fondamentale, ognuno di noi, mangia e si rapporta alla tavola secondo 4 diverse modalità: una fisica, una mentale, una emozionale ed una spirituale (in senso laico).
Saper distinguere quale modalità è prevalente in un determinato momento, cosa ci spinge verso una determinata scelta è molto interessante per comprendere quale fame stiamo andando a soddisfare e quale bisogno sottende a quella determinata motivazione. Pensate che, sempre secondo il Censis e la Coldiretti, il 10% degli Italiani mangia quello che capita, il 20% cibi precotti. Non sono numeri altissimi, ma se li unite a quelli di coloro che saltano il pasto, mangiano fuori (non al ristorante), mangiano cibi surgelati (quasi il 30%), capite che la scelta in realtà non è quasi mai verso la qualità, la soddisfazione del gusto, l’appagamento.
Il più delle volte le persone dicono di non avere abbastanza tempo per scegliere e cucinare qualcosa di preciso; di non sapere con il giusto anticipo come andrà la loro giornata per potersi organizzare, di non avere tutti gli ingredienti per poter cucinare qualcosa di specifico che risponda ad un loro altrettanto specifico bisogno…
E allora io mi chiedo… e faccio sì che lo stesso se lo chiedano i partecipanti dei miei corsi: ma perché non cogliere l’opportunità di vivere il momento del pasto, quotidianamente, come un’occasione per allenarsi al problem solving? Immaginate di dover schematizzare le variabili che avete a disposizione e quelle mancanti in una tabella… e provate poi ad immaginare di dover fare in modo che tutto combaci: i tempi, gli impegni, gli ingredienti, il gusto.
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Se la salute, il benessere, l’appagamento… non vi sembrano essere delle motivazioni sufficientemente valide per dare maggiore importanza a ciò che mangiamo, perché non investire delle energie per ottimizzare il proprio rendimento, massimizzare le risorse, rendere più efficace il nostro tempo e, far sì che di sponda, anche la nostra salute (insieme al nostro portafogli) ne possa beneficiare?
Un esercizio molto interessante che io invito spesso i miei corsisti a fare, giunti ad affrontare il livello “mentale” del percorso sf-AMIAMOCI, è quello di cucinare con un ingrediente principe, più ricette. Qualche giorno fa, avevo per esempio ricevuto in dono, dalla mia mamma, dei magnifici spinaci. Freschissimi. Dopo averli mangiati crudi con uvetta, funghi e pinoli, l’altra sera ho scelto di giocare un po’… e così ho realizzato un intero Menù:
Supplì di riso (con del riso avanzato dal pranzo) con spinaci
Tortino di spinaci e parmigiano con salsa di ceci e curcuma
Spinaci sbollentati con olio, aglio e semi vari
Tornando a noi, come ho già scritto in più di un articolo, gli esseri umani sono come la pianta di vite: i loro risultati migliori li ottengono in una condizione di stress controllato (io direi gestito). Benone, lavoriamo dunque per ottimizzare tutti questi concetti. Impegniamoci a curare di più quello che mangiamo (stress), ma lavoriamo per facilitarci al massimo il quotidiano (gestione). All’atto pratico possiamo:
- Scrivere quali sono le criticità delle nostre giornate e delle nostre settimane
- Scrivere quali sono tendenzialmente le nostre abitudini/richieste alimentari
- Individuare i momenti in cui ci sarebbe più facile cucinare
- Evidenziare le condizioni in cui solitamente mangiamo (in ufficio, per strada, a scuola, in piedi…)
Raccolti i dati, proviamo a buttare giù un menù che possa rispondere alle diverse variabili. Non sarà facile in principio! Ma chi si occupa di risolvere problemi, lo sa… le variabili possono essere notevoli a volte!
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Allenatevi e provate a coinvolgere i vostri cari in questa attività. Magari potreste essere in due o in tre ad avere le stesse necessità e potreste aiutarvi, migliorando la vostra capacità di team building, che ne dite?
Se volete condividere la vostra esperienza, mandatemi pure una mail!
…e per coloro che volessero continuare in direzione del proprio benessere, ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì, alle 6.45 potete trovarmi in diretta sulla mia pagina Facebook e sul mio profilo Instagram (dove vi invito a cliccare Mi piace 😊) con un appuntamento dal titolo “Gocce di benessere mattutino”.
In questa settimana ascolterete uno speciale sulle nostre risorse intangibili. Passate parola!
- Il 1° aprile, alle ore 18.00 presso la ReD Academy, presentazione del libro “Il Cibo come via, gli Archetipi come guida”, un’occasione per conoscerci. Clicca qui per ricevere maggiori informazioni!
- Potrebbe interessarti iscriverti alla prossima edizione del percorso sf-AMIAMOCI? Clicca qui o invia una mail! La prossima data è il 21 aprile!
Giulia Di Sipio, Counselor Relazionale Mediacomunicativo, Coach Relazionale Senior (posizione n°275 Ancore), specializzata in Counseling Gastronomico, concepisce il Cibo come una fonte di nutrimento olistico e uno strumento di lavoro su sé stessi: attraverso il processo alchemico che avviene in cucina, l’uomo sperimenta, trasforma, crea…e potenzia le sue abilità, la gestione delle sue risorse, la capacità di organizzazione, il problem solving.